sabato 31 maggio 2008

There's no place like home

Chi vuole intendere intenda! Season Finale di Lost!
A casa di Andrea con noccioline, cioccolata e succo di frutta, davanti al maxi schermo, pronti per il grande evento.
Dio, ci sarebbero così tante cose da dire! Troppe, non saprei neanche da dove cominciare. Momenti epici!Speriamo che Sun non tradisca il gruppo...
Walt è cresciuto eh?
E' tutta colpa del babbo di Jack, s'è detto dall'inizio...
Ma come cavolo fa a risvegliarsi nel deserto???
E si butta dall'elicottero!!! Che idolo...
Finalmente dopo anni e anni si ritrovano!

Troppi personaggi fondamentali ci stanno lasciando. TROPPI. Non ho deliberatamente messo la foto di "colui che è nella bara" per evitare che qualcuno mi tiri dietro uova marce se vuole aspettare le puntate in italiano. Però LUI no. Tutti mi potevano mettere nella bara, ma LUI no dannazione!
Adesso fino al prossimo gennaio niente. Rimangono solo tanti punti interrogativi.
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E per non deludere Sergio ecco qua anche una foto di Kate!Fantastica a inizio puntata!E già che ci sono aggiungo anche questa di foto. Non so perchè ma è un momento che mi è piaciuto particolarmente. Daniel mi sta molto simpatico, con quell'aria un pò svampita che si ritrova. Ahahah!

Comunque ci tengo a ri-precisare che ho evitato le scene da infarto, ce ne sono tre o quattro, quindi tranquilli, per chi se le vuole vedere in italiano sono stata brava e generosa!

giovedì 29 maggio 2008

Compito 9

Ebbene sì, rispuntano i compitini del corso di informatica, l'unica vera causa della nascita del mio blog. Questo sarà però l'ultimo compito assegnato, e come di dovere bisogna quindi dire qualcosa a riguardo della materia. Ci tengo però subito a precisare che non intendo assolutamente chiudere questa mia creazione. No, il Caterina Blog rimarrà in piedi perchè mi diverto, e questa mi sembra una ragione alquanto valida.
Una prima cosa l'ho già detta, mi sono divertita ad affrontare questa nuova esperienza del blog e del corso universitario di informatica, alternativo rispetto a tutti gli altri, e di sicuro non è poco. Se qualcuno dei "colleghi" mi trova un corso altrettanto divertente, si faccia pure avanti.
Per quanto riguarda strettamente l'informatica, non è che ho imparato tante cose nuove a proposito della materia, dato che già prima me la cavavo discretamente con il computer, ma di sicuro sono diventata molto più spigliata e reattiva nell'affrontare programmi mai sperimentati o difficili problematiche. Direi che questo era uno degli obiettivi del corso, ed è andato a gonfie vele.
Un altro obiettivo del corso secondo me era quello di plasmare la capacità degli studenti a condividere, ad esprimere, per entrare in contatto con tutti gli altri studenti in un modo simpatico e semplice. D'altronde siamo oltre 200 in classe, e nonostante le facce siano più o meno note, è impossibile poter conoscere tutti. Quindi i blog erano una grande opportunità, svanita però. Concordo con coloro che hanno scritto che il grande entusiasmo che c'era all'inizio del corso è poi scomparso in men che non si dica, causa esami, causa lezioni, causa corsa verso il voto, causa menefreghismo verso gli altri. Purtroppo è vero. L'ambiente che ho trovato all'università mi fa un pò schifo ad esser sincera. E su questo altri hanno scritto più di un post, parole che condivido in pieno. Su di una cosa però non sono d'accordo: il corso di informatica non ha fallito per alcuni di noi. Vanno quindi apportate alcune modifiche per incentivare il coinvolgimento degli studenti, magari un paio di lezioni frontali invece che una sola potrebbero lanciare meglio il messaggio. Ma a parte gli errori tipici di un primo tentativo, mi sento invece di ringraziare il prof per il suo impegno e la sua forza di volontà, canalizzati nel voler cambiare e nel voler migliorare.
Dal mio punto di vista il saper legare tra i nuovi compagni poteva sembrare anche un'anticipazione ai futuri rapporti medico-paziente che avremo con numerose persone nel corso della nostra carriera, persone sconosciute, diverse, con problemi e difficoltà, in cerca di aiuto. Saper affrontare con spigliatezza e professionalità (ma anche con un sorriso e una parola di conforto) tali situazioni sarà sicuramente la cosa più difficile del nostro lavoro, sarà quella specializzazione in cui non smetteremo mai di metterci alla prova e di imparare. E il corso di informatica, almeno per quanto riguarda il mio caso specifico, è stato in grado di farmi riflettere più di una volta su problemi prima affrontati solo con superficialità; mi ha fatto apprezzare l'università proprio quando l'atmosfera mi stava soffocando; mi ha permesso di conoscere un sacco di gente nuova. Non fanno parte della facoltà tutte le persone che mi leggono e mi lasciano commenti, è vero, ma le mie conoscenze si sono allargate comunque, e forse proprio il fatto che non le conosco ma che ho instaurato un rapporto con loro, significa che tutta quell'idea di condivisione di cui ci ha ampiamente parlato il prof, in fin dei conti è andata felicemente a termine.

sabato 24 maggio 2008

Fame mattutina

Stamani sì che ho fatto colazione!
Di solito questa è la scena quotidiana della mia colazione: arrivo in cucina strascicando i piedi e barcollando, perchè sono riuscita ad aprire soltanto un occhio; afferro la moka, e con fatica riesco a prepararla, facendo un pò strabordare il macinato di caffè; mi siedo a guardare i fornelli (o meglio il vuoto) in attesa dell'arrivo del nutrimento mattutino. Chiunque si avvicini parlandomi, dandomi il buongiorno, o chiedendomi qualcosa, non riceve niente in cambio, se non un'occhiata sbilenca: infatti senza il caffè, non riesco neanche a parlare di prima mattina. Già l'aroma mi fa sentire meglio. Bevo, mi rianimo, e sono pronta per la giornata (si fa per dire).
Non mangio niente di solito. Sì lo so che fa male, lo so che la colazione è il pasto più importante della giornata eccetera eccetera, però non ci posso far niente. Mi fa troppa fatica muovere la mandibola appena sveglia. Al massimo mangiucchio mezzo biscotto, ma niente di più. Poi verso le dieci mi nutro, tranquilli, non è che rimango a digiuno fino a pranzo, anche perchè sennò come farei a rimanere in piedi?!
E stamani invece, che mangiata a colazione. C'è da dire che sono tornata a casa per il fine settimana, e quindi già quando sono tra le mie mura preferite mi prendo la colazione con più calma, e di solito qualcosa butto giù insieme al caffè. Quindi poco fa arrivo in cucina (sempre strascicando i piedi e barcollando: non è che l'aria di campagna ha cambiato il fatto che mi ero svegliata da cinque minuti e quindi ero ancora nel mondo dei sogni tranquillamente adagiata sul mio cuscino adorato). Mugugno un buongiorno ristretto al babbo, afferro i cereali e mi dirigo verso il frigo per prelevare lo yogurt. Già aprire la porta del frigo appena sveglia è una faticaccia perchè non ho forze, in più mi devo anche piegare perchè lo yogurt ovviamente non è nel primo ripiano. Quindi l'obiettivo cereali per colazione comincia a vacillare, troppo stressante. Ma cosa vedono i miei occhi? Le uova! E addirittura nel ripiano sopra! Solo che prepararmi l'uovo è ancora più faticoso. Però non c'è fretta alcuna, avrei tutta la mattina per concentrarmi e rompere l'uovo esattamente dentro la padella senza sbagliare mira, e tra l'altro sento anche fame, cosa stranissima per me.
Ci ho messo una ventina di minuti abbondanti, ma mi son fatta fuori l'uovo strapazzato, fette di pane abbrustolite, prima pesca di stagione, succo d'arancia, e chiaramente caffè!
Che mangiata!

PS: Ho raggiunto le 1000 visite! Per aver cominciato così da poco, e soprattutto per essere Nessuno nel mondo blog, direi che son contenta!

giovedì 22 maggio 2008

House - 4th Season Finale: House's Head + Wilson's Heart


E siamo nel periodo caldo, anzi caldissimo, delle season finale dei vari telefilm. In attesa di Lost la prossima settimana (tutti a casa di Andrea!!!), domani guarderò la SF di CSI e metterò a scaricare quella di Grey's Antomy.
Ma adesso concentriamoci su House!

SPOILER - SPOILER - SPOILER - SPOILER

Insomma siete avvisati: se volete aspettare le puntate in italiano non leggete oltre (se vi volete fare del male siete i benvenuti).
Dunque, dunque, sarà una cosa piuttosto lunga...
Finale da due episodi, come già avevo scritto tempo fa. Bellissimi. Devo aggiungere altro? Strepitosi, da rimanere senza fiato, da prosciugare la riserva di lacrime degli occhi! Tragici, emozionanti, ricchissimi di prospettive succulente per il futuro. La prossima stagione sarà di sicuro esplosiva (e si spera di 24 episodi - capito sceneggiatori?!?!?).
Cominciamo con House's Head.
Il dottore dagli occhi blu è un pazzo! Cranio mezzo spappolato, ubriaco stronco, girella allegramente per la città, si fa quasi una spogliarellista, allucinazioni dopo allucinazioni, viene ipnotizzato, si chiude dentro una vasca, si riempie di pasticche, muore per qualche minuto, poi risorge... Vabbè mi sa che qualcosa mi sono dimenticata, però è veramente un pazzo! Coinvolto in un mostruoso incidente mentre è sull'autobus perde parte della memoria, ma sa per certo che prima dello scontro ha visto un sintomo in uno dei passeggeri e quel qualcuno deve essere salvato e curato. Il post sbornia non aiuta il suo cervellino malato a ricordare e dopo le varie disavventure sopra scritte, tornato al mondo in veste di salvatore...udite udite...Amber era sull'autobus con lui!!! Ora per chi si stesse chiedendo "Ma chi cavolo è Amber?" le risposte possibili sono due: 1) non avete mai guardato House; 2) avete ragione, sì, quello che è sulla punta della vostra lingua è giusto "Ah, ma è Cut Throat Bitch! Detta amichevolmente CTB!", sì è lei. E insomma anche la fidanzata del cucciolotto Wilson era sull'autobus e di lei nessuna traccia. Sarà stata veramente sull'autobus? Sarà viva? Che ci faceva con House sull'autobus in piena notte? Che sintomo ha? Si salverà?
Chiaramente l'episodio finisce così. Sennò che gusto ci sarebbe a dire TO BE CONTINUED eh! A parte l'ansia che mette addosso la puntata, vorrei segnalare quella che ha scalato velocemente le classifiche per raggiungere il podio delle migliori scene in assoluto di House: signore e signori...lo spogliarello/diagnosi della Cuddy!!!



(Prossimamente quindi metterò la classifica delle migliori scene dell'amato dottore).
E ora Wilson's Heart. Sono ancora spalmata sul pavimento in attesa che qualcuno mi venga a raccattare e rimettere in sesto. La puntata più triste che abbia mai visto su House! Non c'è bisogno quindi che ve lo nasconda: Amber muore, la Stronza Taglia Gole se ne va per sempre, see ya in another life sis (come direbbe un certo Desmond di mia conoscenza). L'addio di Wilson è s-t-r-a-z-i-a-n-t-e. Ma andiamo con ordine: trovano la bionda in un ospedale vicino e la trasportano subito al PPTH, la congelano, le fermano il cuore, fanno un altro paio di cose ai confini della realtà, intanto son tutti alla ricerca della diagnosi. House tenta ancora di ricordare cosa è successo la notte dell'incidente: eroico, è arzillo e pimpante nonostante il temporale scheggiato, ferite post collisione, e il breve decesso di due ore prima. Si insinua il dubbio che lui e Amber...sì insomma...presi dall'alcool e dalla gioia della serata...magari si sono lasciati andare...e...non curandosi del povero Wilson...
Ma assolutamente no! Sono solo allucinazioni! E come si fa ad esserne certi? E' vero che da House ci si potrebbe aspettare di tutto, anche che se la sia spassata con la fidanzata del suo migliore amico, però lo zoppicante Greg è anche pronto a ricevere una scossa elettrica direttamente nell'ipotalamo per tirare fuori la verità e salvare Amber! Ed ecco qua che viene fuori quale è stato il sintomo visto da House: la cara Amber aveva l'influenza e ha tirato giù un paio di pasticche per il raffreddore. Si muore per il raffreddore? Ovvio, siamo nell' House show, mica nelle Americhe post Colombo! Tali pasticche che fanno un lavoro strano con le proteine, che non vengono processate dai reni perchè questi sono stati spappolati nell'incidente, tutti gli organi che se ne vanno uno dopo l'altro, lei prima è congelata, poi la risvegliano, è viva col cuore fermo...o ma che volete? Mica faccio Medicina io! Scene da lacrime agli occhi insomma. Ma torniamo alla scossa elettrica. Mica uno si può friggere così l'ipotalamo senza avere poi qualche controindicazione eh! E infatti Blue Eyes si destreggia in convulsioni violente e...sul letto d'ospedale privo di conoscenza. Nova! Però sta bene. E' un leone insomma! Ma qual è il problema? Di sicuro un problema c'è. Infatti manca un pezzo del puzzle. Vi ho risposto a tutte le domande della puntata precedente tranne una: che caspiterella ci faceva la fidanzata di Wilson nel cuore della notte su un autobus con House ubriaco fradicio??? Eh, bè, il furbacchione si era fatto fregare le chiavi della moto dal barista (che previdente non lo faceva guidare fino a casa data la quantità di liquore in corpo - come in Italia insomma, sarà capitato a tutti immagino di venire sgridati dal barman), e quindi chi si chiama chi non si chiama per raggiungere il cuscino? Ovviamente l'amico del cuore, il teneroso Wilson, che però non è in casa. E chi è che risponde a Casa Oncologia? Ovviamente la bionda CTB che lo va a recuperare impietosita e schifata al bancone del bar. Salgono sull'autobus e...BUM!!!
Non c'è bisogno di dire che E' COLPA DI HOUSE se Amber è morta! O per lo meno, così la vede Jimmy...
Non scordiamoci di dire che 13 - 31 (l'ho adorato profondamente per la battuta) è risultata positiva all'Huntington's Disease...House piange in continuazione durante tutto l'episodio, e dice per ben due volte "Mi dispiace"...praticamente diventa un altro uomo, o lo è sempre stato? Fra parentesi vi consiglio di leggere la Filosofia del Dr. House, che sempre un libro stupido, ma parla effettivamente di filosofia, con filosofi di tutto rispetto al traino.
Scena finale, stile You can't always get what you want.



Chissà cosa ci riserverà il futuro...A settembre vedremo come faranno pace House e Wilson, cosa farà 13 per la sua malattia, a cosa porterà la mano della Cuddy su quella di House, ma soprattutto: Gregory House è cambiato?
DON'T GET LOST WILSON!

martedì 20 maggio 2008

Dannata pioggia!

Pessima giornata! Veramente pessima!
Già ieri mi ero beccata un'usciata d'acqua, come si suol dire dalle mie parti, di proporzioni storiche. E oggi poi, mattinata da cancellare. Tempo orrendo, pioggia a catinelle, mi sveglio e mi preparo adeguatamente: ombrello alla mano, scarpe relativamente resistenti all'acqua, felpona calda e confortevole con cappuccio tipo porta aerea così da esser sicura che per lo meno coperta ero coperta. Apro il portone e mi tuffo nel fiume cittadino. Raggiungo rasente i muri la fermata dell'autobus e mi strizzo sotto il tettino insieme ad altre trenta persone come minimo. Un tempo del genere impedisce anche solo il pensiero di raggiungere l'università a piedi. Scorgo l'autobus in lontananza e mi preparo ad affrontare la folla che spintonerà ovunque pur di farsi spazio e salire per primo al riparo della pioggia. Ecco che arriva l'autobus, è quasi alla fermata, arriva...e passa oltre! Non si è fermato! Era così stracolmo che ha preferito proseguire perchè tanto non ci sarebbe entrato neanche uno spillo. E insomma, i minuti passano, l'umore comincia a vacillare, e l'autobus successivo non arriva. Chiaro. Quando piove le città si bloccano. Quindi riapro l'ombrello e rassegnata mi dirigo a piedi verso l'università. Cambio posizione all'ombrello a seconda del vento, mi destreggio tra i fiumi in piena che passano lungo i marciapiedi, salto atleticamente le gigantesche pozze pur non possedendo un traghetto tascabile. Ormai le scarpe erano un pò bagnate, ma tutto sommato ero già a circa una cinquantina di passi dalla porta della facoltà e mi ero mantenuta discretamente asciutta, un risultato più che notevole, se non che...SPLASH!!! Un emerito imbecille passa a tutta velocità a tre centimetri dal marciapiede con la sua gippona da deserto, e chiaramente io mi trovo proprio proprio nella traiettoria di tutti i caldi e puliti schizzi causati dal veloce passaggio della mega ruota all'interno della incommensurabile pozza vicino al marciapiede. Risultato: pantaloni da strizzare, scarpe che perdono acqua ad ogni passo, ossa ghiacciate dall'umido improvviso, mota e fango a rallegrare il vestiario. E' uscita un'imprecazione, ebbene sì, anzi, anche un paio sarò onesta. Con l'umore profondamente irritato entro in aula facendo uno strano suono con le spugne che mi ritrovo come piedi e grondando acqua qua e là al mio passaggio. Mi siedo e puntuale tipo orologio svizzero scatta l'aria condizionata. Eh sì, perchè noi siamo avanti, siamo pieni di tecnologie e comodità, siamo all'avanguardia tra le università: teniamo l'aria condizionata a partire da fine marzo anche se fuori fa un freddo bubbone e la temperatura è scesa di dieci gradi in una notte, perchè noi amiamo il brivido dello studio!
Passate le quattro ore di lezione (aula vuota tra l'altro, il tempo ha scoraggiato i più), esco e chiaramente, indovinate un pò? sta ancora piovendo! Nel frattempo i vestiti mi si erano ghiacciati addosso, le scarpe si erano irrigidite e il nervosismo raggiungeva livelli allarmanti. Comunque peggio di così non poteva andare no? E quindi con estrema rassegnazione mi dirigo a piedi verso casa sempre sotto una pioggia scrosciante, perchè tanto ero già bagnata come un pulcino, non aveva senso tentare di prendere l'autous. Di nuovo manovre di destrezza nel traffico umidiccio e...PATAPUNF! Cado! Già! Evidentemente non avevo calcolato bene l'ennesimo salto atletico dell'ennesima pozza di proporzioni cosmiche. Tra l'altro avevo i piedi da strizzare e quindi l'aderenza delle suole sul fango non è stata di sicuro il massimo.
Nel restante tragitto per raggiungere casa fate conto che la gente mi guardava come fossi stata una sorta di sfollata: bagnata fino al midollo, spalle cascanti a dimostrazione della rassegnazione, umore nero, sguardo di fuoco.
Bella la pioggia, sì. Quando è estate e dopo un quarto d'ora esce il sole e ti asciughi. Bella la pioggia, sì. Quando sei davanti al fuoco e vedi il diluvio universale dalla finestra.
Stasera aspirina.
Dannata pioggia!!!

sabato 10 maggio 2008

La vita dovrebbe essere vissuta al contrario

Dopo un funerale del genere, dopo così tante lacrime, dopo la sofferenza e lo sgomento, dopo la tristezza di un sabato pomeriggio passato a consolare e farsi consolare per la morte di un amico, rimane poco da fare, anzi, nulla. Le forze mi hanno un pò abbandonato. Sono qui a pensare a noi, a tutti noi. Sono qui a pensare a quanto è breve la vita, a quanto può finire in un secondo.
Ridi e scherzi; giri la testa per vedere se anche gli altri stanno ridendo e scherzando con te, e ti accorgi che ne manca uno. Non tornerà più.
Mi è venuta in mente una citazione. Mi è sempre piaciuta, ma mai come in questo momento sono riuscita a capirla fino in fondo, a farla mia.

Tanto per cominciare si dovrebbe iniziare morendo, e così tricchete tracchete il trauma è bello che superato. Quindi ti svegli in un letto di ospedale e apprezzi il fatto che vai migliorando giorno dopo giorno. Poi ti dimettono perché stai bene e la prima cosa che fai è andare in posta a ritirare la tua pensione e te la godi al meglio. Col passare del tempo le tue forze aumentano, il tuo fisico migliora, le rughe scompaiono. Poi inizi a lavorare e il primo giorno ti regalano un orologio d'oro. Lavori quarant'anni finché non sei così giovane da sfruttare adeguatamente il ritiro dalla vita lavorativa. Quindi vai di festino in festino, bevi, giochi, fai sesso e ti prepari per iniziare a studiare. Poi inizi la scuola, giochi con gli amici, senza alcun tipo di obblighi e responsabilità, finché non sei bebè. Quando sei sufficientemente piccolo, ti infili in un posto che ormai dovresti conoscere molto bene. Gli ultimi nove mesi te li passi flottando tranquillo e sereno, in un posto riscaldato con room service e tanto affetto, senza che nessuno ti rompa i coglioni. E alla fine abbandoni questo mondo in un orgasmo!

Woody Allen

Trovato!!!

Ebbene sì, mi riferisco al parente scomparso, Paolo. Finalmente l'ho trovato! Ci ho messo un bel pò di tempo, mi sono ingegnata non poco, però ce l'ho fatta!
Ieri sera all'improvviso me lo trovo su Twitter. Ci ho parlato per un pò (per quanto si possa dire "parlare" su Twitter), ho racimolato la sua e-mail, sembra che stia bene e sembra addirittura contento che l'abbia scovato!
Quindi insomma, vedremo cosa ne verrà fuori...Domani gli invierò un'e-mail, o meglio, tradurrò quello che mia madre gli vuol dire (non parla italiano il cugino statunitense).
La ricerca finisce! Son proprio contenta! Mi sono divertita un mondo a fare tipo investigatrice del web, e ho raggiunto risultati incredibili!
Se avete bisogno di un detective online contattatemi pure! Ahahah!!!

mercoledì 7 maggio 2008

Alla ricerca del parente scomparso (seconda parte)

Eccoci di nuovo qua! Siccome alcuni erano incuriositi e anche interessati, proseguo nel narrare le peripezie della mia ricerca.
Me ne sono completamente infischiata e mi sono iscritta (sotto falso nome ed e-mail chiaramente) al sito del lavoro - ci tengo tra l'altro a scusarmi con la persona che possiede l'e-mail che mi sono inventata (perchè tanto con la fortuna che mi ritrovo è di sicuro esistente) - e ho poi messo come e-mail di seconda opzione un mio indirizzo che però non uso mai; appena ricevuto il messaggio di avvenuta registrazione, ho seguito tale Paul Leet, informatico. Cosa è successo, cosa non è successo? La mattina dopo (il fuso orario è una brutta bestia), mi arriva il messaggio che mi conferma: Paul Leet ti sta adesso seguendo di rimando. E insomma via, un passo avanti si è fatto. Due parole veloci col babbo per vedere se era il caso di scrivergli subito (ma certo che sì) e l'e-mail è inviata in men che non si dica. Il succo era: se non sei la persona che sto cercando ti chiedo scusa, se hai parenti in Italia allora io sono la tua piccola cuginetta (Carramba!!!). Ho usato un tono molto gentile e spigliato, ma soprattutto il tipo di tono "come, come puoi negarmi una risposta????????". Vedremo se mai funzionerà, se mai risponderà...
Ho inoltre seguito il consiglio di Federica (che ringrazio), e ho messo su un altro account in Twitter: Lookin4u, che dite, eloquente?

Non resta che aspettare...Non è che proprio ci creda in una sua risposta, anzi, quasi per niente; però non importa, mi sono impegnata e ho fatto il possibile per trovarlo. Mi sono pure divertita quindi son contenta lo stesso. E poi non ci sono problemi ad occupare il tempo dell'attesa. C'è qui il tomo di anatomia che mi chiama col ditino. Sì sì, il secondo metatarsale è fisicamente uscito dalla figura di pagina 190 e mi fa: vieni, vieni che mi devi studiare.

martedì 6 maggio 2008

Ciao Cecco...

Vorrei riuscire a trovare le parole.
Sinceramente non mi viene niente che sia adatto ad una situazione del genere.
Un amico che se ne va, un ragazzo di venti anni che non c'è più, un sorriso che viene spento.
Non mi ricordo neanche quando è stata la prima volta che ci siamo visti. Amici di amici. Stesso giro, stessi luoghi, stesse cene. Era quello che parlava di filosofia, era quello che rideva sempre, era il fan sfegatato delle Malades du Reve.
L'ultima volta che l'ho visto cercava di mordere una mela immersa in una bacinella d'acqua, così contento che pareva un bambino davanti alla sua torta di compleanno ricoperta di cioccolato. E, poco più di una settimana dopo, i sommozzatori lo tirano fuori dal fondo di un lago.
Era lì accanto a noi e un attimo dopo se ne era andato. Non sappiamo cosa dire, non sappiamo cosa pensare. Perchè ancora non abbiamo raggiunto l'età in cui si sa cosa dire o pensare in queste circostanze. Ma esiste poi un momento del genere?
Rimaniamo vicini, forse vicini come non siamo mai stati finora, e ci tratteniamo a vicenda per evitare che un altro di noi ci sfugga.
Se penso al Cecco cosa mi viene in mente? Non l'ho mai visto senza il sorriso stampato in faccia.

sabato 3 maggio 2008

Alla ricerca del parente scomparso

Io ho dei parenti che vivono negli Stati Uniti. La sorella del nonno materno (la zia di mia madre quindi) si trasferì oltreoceano dopo la guerra ed è rimasta a vivere in California, sposandosi e mettendo al mondo ben sette figli. Uno di questi, Paolo, si è poi trasferito in Colorado, e se ne sono perse le tracce. Non ha più avuto contatti con la famiglia da quindici anni ormai, credo. Io l'ho visto solo in un'occasione e sinceramente non me lo ricordo bene. Era la prima volta che andavo negli Stati Uniti e non avevo ancora sei anni. Mi ricordo però dei suoi figli con cui giocai nonostante non parlassimo la stessa lingua. Per motivi che non sto qui a spiegare, abbiamo perso quindi di vista Paolo e questo ha portato molto dispiacere alla madre e ai suoi fratelli e sorelle.
Ma cosa è successo la scorsa settimana?!? Ero su Twitter e non sapevo che fare. Allora mi sono messa a cercare un pò di persone a caso nella comunità twitteriana: mettevo nomi di fantasia, posti strani...Ho scritto anche il cognome dei miei parenti americani (Leet), giusto per curiosità, per vedere se qualcuno di loro era registrato al sito. E chi ti trovo? Paul Leet località Colorado Rockies.
Ora, io non so quanti Paul Leet ci possono essere (l'ho cercato su Google e un tale Paul Leet, non mio parente, ha scritto un libro), però sicuramente non possono essere poi così tanti in Colorado, posto sperduto tra i monti. L'ho quindi subito seguito. Chiaramente non mi ha seguito di rimando. Se veramente è lui, sa benissimo che ha parenti in Italia (la madre è fiorentina), e se non vuole avere contatti di alcun tipo con la famiglia, di sicuro non seguirà qualcuno su Twitter che ha scritto nella propria località Arezzo - Firenze, come me o mio padre.
Da questa parte insomma non si va da nessuna parte.
Avrei trovato anche un modo alternativo per rintracciarlo, ma è una strada molto lunga e soprattutto molto "a caso". Ho infatti seguito tutti coloro che si trovano nei suoi following e followers, e ho anche seguito tutti coloro che si sono iscritti con località Colorado Rockies. Magari se qualcuno mi segue, posso fare la sfacciata e chiedere "Hey, do you know someone called Paul Leet? 'Cause maybe is my missing relative".

Non ci avevo mai pensato a Paolo. Sinceramente non mi interessava per niente. Però il fatto che sono riuscita a trovarlo (ammesso che sia lui, si capisce) così per caso, mi ha esaltato. Sono molto legata ai miei parenti americani. Ci sentiamo spesso e sono stata diverse volte in California. Quindi sarei contenta di poter conoscere un altro mio parente.
Di conseguenza avrei trovato anche un altro modo per rintracciarlo. E questa volta sarei sicura che si tratta di lui veramente. E' infatti iscritto in un sito che serve per trovare lavoro, ed è segnato come Paul Leet, Colorado, informatico: è lui sicuramente, perchè mi ricordo che faceva più o meno lo stesso lavoro di mio padre. Potrei vedere il suo profilo e quindi sgraffignare l'e-mail e scrivergli: "Ciao ti ricordi? Ero quella bambina bionda e riccioluta che hai visto una volta tanti anni fa...". Però, c'è un però. Per poter vedere il suo profilo dovrei registrarmi al sito, e sinceramente vorrei evitare: 1) perchè spargerebbero i miei dati ovunque credendo che sia in cerca di lavoro; 2) la spam che mi arriverebbe nella posta sarebbe insormontabile. Per risolvere il problema numero uno potrei inventarmi i dati, senza nessun ostacolo (e anzi sarebbe divertente inventare nomi e indirizzi strani, tanto sono americani che ne sanno!). Però così non si risolve il problema numero due, perchè dovrei comunque mettere un indirizzo e-mail valido (e mio) perchè avrei poi bisogno dell'e-mail di conferma dell'avvenuta registrazione, che mi dà l'autorizzazione di accesso al sito. Quindi spam a volontà nella mia posta; e in più a quel punto potrei direttamente mettere i miei dati perchè tanto dall'e-mail possono risalire a chi sono. Siccome non sono in cerca di lavoro, a maggior ragione non sono in cerca di lavoro negli USA, e siccome questa cosa di ritrovare Paolo è solo uno sfizio che mi piacerebbe togliermi, ma non è indispensabile, attendo che qualcuno dei twitteriani mi segua e mi affido al caso.