venerdì 14 novembre 2008

I' pan co' l'olio

Un mio vecchissimo compagno di scuola, alla domanda "Cosa vuoi di più dalla vita?" rispondeva con marcato accento aretino "I' pan co' l'olio", felice canzonatura della pubblicità dell'amaro Lucano. Aveva dannatamente ragione.
Torno adesso da Milano. Sono stata a vedere il concerto dei Simple Plan all'Alcatraz: gran serata. Mi sono divertita molto, ho girato per il centro, ho fatto acquisti, e mi sono guardata in giro, come faccio sempre: una ragazza in solitaria con le cuffie alle orecchie che, silenziosa, cammina e guarda, guarda, guarda.
Milano non fa per me. Decisamente no. Per carità, è una metropoli interessante, dove trovi sempre un sacco di cose da fare, è piena di bar, locali, negozi, eventi vari, ma bella no, per niente. E' proprio vero che il caro Renzo Tramaglino non aveva mai tolto il naso dal lago di Como per essere così stupito alla vista del Duomo: grigio, sproporzionato nella piazza, ostile, una brutta copia di Notre Dame. Sono i negozi la vera opera d'arte. Mi avvicino alla vetrina di Prada e mi dico "caspita, hanno già messo le decorazioni di Natale e siamo appena a metà novembre...ah no, è illuminata così di suo...luminosa e abbagliante, in modo tale da non riuscire a vedere il prezzo della moda esposta". E mentre i faretti della vetrina fanno sole in un pomeriggio buio e piovoso d'autunno, come non fermarsi a prendere un caffè in uno dei mille splendidi bar, o come non farsi trascinare dalla folla in un negozio dietro l'altro? Poi uno è stanco dopo lungo shopping e quindi prende un taxi, chiaro. Caterina non va in città poi così tanto spesso in fin dei conti , e quindi perchè non approfittare del lusso di farsi scarrozzare da un tassista milanese DOC, che appena sentito un accento diverso dal suo si informa sulla tua provenienza/nazionalità?
- Arezzo?
- Sì, vengo da Arezzo...
- Mmmm...
- (...)
- (???)
- Vicino a Firenze.
- Ah ecco sì, mi sembrava! Bella Firenze? Non ci sono mai stato.

Gente grigia quella di Milano, grigia e con lo sguardo nebbioso, proprio come Milano stessa. E poi uno si sorprende a sentire che gli agriturismi fanno il pienone di milanesi stressati in vacanza nella verde e soleggiata Toscana! Ci credo, vuoi mettere il fascino di un trattore rispetto alla luce gialla ittero della metropolitana?!? Però sono gente di stile, gente alla moda, gente giusta. Non conta il fatto che hanno gli occhi persi nel vuoto mentre si aggrappano di malavoglia alle sbarre del tram/filobus/autobus, dopo una giornata difficile e di lavoro senza sosta, con a pranzo solo un panino e il freddo e l'umidità nelle ossa. No, tutto questo non conta, perchè anche nella più sconvolta e stanca donna che incontri puoi scorgere appesa alla spalla, ben circondata da un braccio avvinghiato e protettivo, la borsa. E che borsa! La donna milanese può anche addormentarsi in piedi, può essere slavata e con il trucco decisamente da rifare, ma la borsa è comunque quella giusta: Prada, Louis Vuitton, Gucci, simboli di appartenenza alla frenetica vita moderna. Belle, bellissime borse, capitali e stipendi spesi in quei pochi centrimentri cubi, che però ti fanno essere a posto con te stessa e con tutti gli altri. Per gli uomini, invece, è il cappotto che segna i diversi gradi di appartenenza alle classi sociali della Milano bene: i piumini sono out, impermeabili anni '30, giacche con cappuccio e cappotti lunghi sono invece molto in.
A Milano vedi la mattina avvocati e uomini d'affari in giacca e cravatta con in testa il casco...vanno a lavorare in bici, perchè così sono eco. La signora settantenne, agghindata di tutto punto, che è appena andata a fare colazione con le amiche torna a casa con il filobus e guarda storta l'immigrato di turno che non le cede il posto a sedere. Mamme che tengono per la mano bambini frenetici e iperattivi parlano con l'auricolare e attraversano con il rosso perchè è tardi, è tardi, è tardi.

Sapete che? Tenetevi pure l'happy hour accanto al sushi bar, fate un salto al veggie restaurant e poi ritrovatevi la sera in disco, sì dai, quella davanti all'eritreo, ma come non sei mai stato all'eritreo? è troppo buono, ci devi andare! anzi guarda, facciamo break insieme domani e pranziamo lì.
Io la scorsa settimana ho fatto l'olio. L'è venuto proprio bono, e ora vo anche a abbrustolire un pò di pane al foco, perchè non si può volere nient'altro dalla vita che una sana fetta di pan co' l'olio! Ogni tanto poi vi vengo a trovare eh, ci mancherebbe, salto sul primo treno e passo a prendere un coffee a Vittorio Emanuele II, guardo l'ultima collezione di Armani e mi fermo a comprare alla mia nipotina immaginaria le scarpe da neonato di Dior, che ieri proprio non ho fatto in tempo, avevo i biglietti per questo concerto super fico, non ti dico, e mi dovevo preparare.
Ho girato il mondo, e Milano non mi affascina. Fortune della vita.

sabato 8 novembre 2008

His hips don't lie

Avendo passata una giornata post febbre, è ovvio che non ho fatto un tubo niente, tranne cazzeggiare il più possibile al computer. Grandi risultati ne sono scaturiti, tra cui questo fenomenale video del caro Hugh Laurie alias House, che dà il meglio di sè in una delle performance della Band from TV, gruppo musicale di beneficenza che vede partecipi le star della televisione.
Enjoy!

lunedì 3 novembre 2008

Non a caso ha vinto un Nobel...

Lo scorso giovedì a noi studenti del secondo anno ci ha fatto lezione il premio Nobel per la Medicina nel 1998, Luigi Giuseppe Ignarro. Italianissimo, babbo napoletano e mamma siciliana, è però nato in America e da allora è diventato Louis Ignarro. Si trattava di una lezione molto attesa, come vi potete bene immaginare, perchè non è che tutti i giorni puoi dire "ah sì, stamani ero a lezione dal premio Nobel". O meglio, a noi non capita mai di dirlo; probabilmente agli studenti americani succede (beati loro). Tutto era stato organizzato: c'erano i traduttori (nonostante l'"italianissimo" era infatti decisamente scarso in italiano), telecamere a riprenderlo, dottori, specializzandi, studenti, interessati vari, le cuffie per tutti quanti, e addirittura una bellissima cartellina di cuoio con un block notes, una penna e l'infinito CV dell'ospite. Da qualche giorno ci sentiamo tutti molto professionali con questa cartellina, anche se siamo solo al secondo anno di medicina eheh!

Aperta parentesi. (Giovedì era sciopero generale e blocco didattico, per via di tutte le varie cose che stanno succedendo adesso nelle università. A qualcuno è interessato il fatto che fosse sciopero? ... Neanche per idea, c'eravamo tutti. Buffi questi paradossi...). Chiusa parentesi.

C'è un perchè se ha vinto il premio Nobel.
Queste cose sembrano molto eteree di solito: "Ah, ma lo sai che X ha vinto il premio Nobel?" "Ah sì? Caspita!", ma in realtà uno magari non ha idea di chi sia X o per che cosa ha vinto il premio, o con chi, o addirittura cos'è il premio Nobel.
Altre volte si usa come battuta: "Ma che cazzo dici? Ragionamento da Nobel, complimenti!" oppure "Ragazzi, sei proprio bravo! Ma ancora non sei stato chiamato per il premio Nobel? Nooo? Strano...".
Dopo aver fatto la conoscenza del caro e simpatico ometto baffuto che quel premio l'ha vinto veramente, uno capisce che non siamo stati creati tutti uguali, e se vinci il premio Nobel vuol dire che sei un genio. Senza iperboli o eufemismi, sei un genio, punto. Sono convinta che sarebbe in grado di spiegare l'intera biochimica conosciuta persino a mia nonna e fargliela addirittura risultare così chiara da essere cristallina.
Ci ha appena accennato dell' NO, ossido di azoto, che lui stesso insieme ad altri due geni ha scoperto essere prodotto dal corpo, pur essendo tossico; viene usato come neurotrasmettitore, è utile per problemi cardiovascolari. Ci ha detto sorridendo di come quasi per scherzo hanno "inventato" il Viagra (vi immaginate quanto è ricco adesso questo tizio??? E soprattutto quanto è contenta la moglie???). Niente di tecnico, perchè tanto studieremo tutto sul libro quando faremo farmacologia: la modestia non è stata proprio la qualità che più risaltava in lui...però che cavolo, se lo può permettere!
Non ha spiegato niente, si è raccontato. In modo chiaro, diretto, onesto e anche simpatico. Pensandoci è forse una delle cose più difficili da fare, raccontarsi. Ci ha mostrato chi è, non cosa ha fatto. Non abbiamo semplicemente imparato qualcosa di nuovo, abbiamo incontrato e conosciuto una persona che valeva la pena conoscere, perchè ci ha lasciato qualcosa per il futuro, la sua straordinaria esperienza.