lunedì 29 dicembre 2008

Un bel pugno di amici

Allora gente, avete mangiato a sufficienza in questi giorni? Vi è rimasto un pò di spazio per il cenone dell'ultimo dell'anno? Eheh!
Potrei adesso mettermi a farvi la lista delle belle e brutte cose di questo anno che sta per finire, ma sinceramente non ho neanche tanta voglia di pensarci, quel che è stato è stato in fin dei conti, e se qualcosa è andato storto non si può far altro che tentare di far meglio in futuro.

I miei si sono concessi un viaggetto a Barcellona per festegiare le loro nozze d'argento. Auguri quindi babbo e mamma!
Quando Casa Cenina è libera gli amici non tardano ad arrivare...perchè in fondo si sta proprio bene qui da me. Ho giocato nella neve con i cani ieri e poi mi sono asciugata al fuoco con musica in sottofondo. Direi che il 2008 si chiude in una pacifica bellezza. Poi domani parto con altri cinque e andiamo a festeggiare capodanno a Vienna. E' stato un pò un parto questo microviaggio, però alla fine ce l'abbiamo fatta ad organizzare. Nonostante i numerosi problemi che Andrea ha dovuto affrontare con gli austriaci hotel, mi ha or ora comunicato la Vanessa che i biglietti del treno stanno arrivando. E meno male via! Capodanno fuori da Arezzo! Non se ne poteva veramente più del concerto in Piazza Grande.
E quindi come ho già accennato, sabato sera casa si è riempita degli amici di sempre, tutti quanti. E' stata una gran serata! Mi ci è voluta quasi tutta la domenica per rimettere in ordine cucina e salotto, ma con calma alla fine ci sono riuscita. Eheh.
Ci stiamo un pò allontanando. Città universitarie diverse, nuovi amici, le nostre vite che piano piano si delineano, divergono dal liceo, dalla giratina nel Corso il sabato sera. E per fortuna direi! Però ogni tanto una cena così, tutti insieme, fa molto piacere, perchè come ha detto la Sarah l'altra sera ci sono degli amici che puoi non vedere per mesi o anni, ma quando poi li ritrovi ti sembra che non sia passato neanche un giorno e tutto ricomincia come prima, con gli sherzi, le battute e gli abbracci di sempre.
Vi ringrazio quindi per la splendida serata ragazzi, anche se non passerete mai da questo blog perchè siete pigri, lo so!
E per coloro che presto partiranno in Erasmus, ricordatevi di questo speciale sabato sera, perchè alla fin fine sappiamo come ritrovarci anche se ogni tanto ci perdiamo di vista. Avremmo un sacco di cose da raccontarci quando poi ci ritroveremo.

sabato 20 dicembre 2008

Oh fiorentini, mi avete esiliato...prendete la merda che Dio v'ha mandato!

E' finalmente tornato il sole a Firenze, dopo ben tre settimane di pioggia incessante.
Ha piovuto così tanto che l'Arno ha fatto anche preoccupare qualcuno (in effetti era bello pienotto), e ha piovuto così tanto che oramai l'ombrello era diventato l'estensione naturale della mano. Girovagando per la città, mi sono accorta che più o meno tutti ci comportiamo allo stesso modo quando dobbiamo muoverci con l'ombrello aperto. Quando cammini devi avere la massima concentrazione, non solo perchè devi evitare atleticamente le pozzanghere e i pozzi che ricoprono gran parte dei marciapiedi, ma anche perchè devi farti spazio civilmente tra la folla. Ci sono gli ombrelli facili da superare, come per esempio quelli che si sono fermati a guardare una vetrina, oppure quelli che vanno nella tua stessa direzione e sorpassi senza troppi problemi. Ma quando attraversi la strada? Quando un'intera squadriglia di ombrelli ti investe e tu sei l'unica persona che va in senso contrario all'attacco? Quando il marciapiede è troppo stretto? In queste situazioni entra in vigore la costituzione dei portatori di ombrelli, un insieme di leggi nè scritte nè orali che però ti permettono di mantenere i livelli di isterismo al di sotto della soglia massima di indecenza, che di solito è comunque inferiore alla soglia di un giorno di sole.
Io sposto l'ombrello a destra e tu a sinistra, mi fermo un attimo prima della pozza e ti lascio passare tanto non ho furia, alzalo tu l'ombrello che io ti passo sotto, rallento e mi tengo un pò a distanza sennò mi sgoccioli tutto sulle scarpe, certo che potevi anche aspettare che passassi io, non scendo manco morta dal marciapiede quindi vedi di spostarlo quel cazzo di ombrello coi fiorellini che ti ritrovi, guarda qua mi hai fatto cadere precisa nella pozza, passa passa sei hai tanta furia, perchè tutti hanno un ombrello più grosso del mio? °_°
Conversazioni intere, litigate furiose, insulti e anche peggio, solo con la forza dello sguardo. Non si parla mai in queste situazioni, quasi mai, perchè ognuno è troppo impeganto a tenere all'asciutto se stesso. Anche solo emettere un suono vocale potrebbe farti arrivare quella maledetta goccia gelata che non si sa come è sempre la più grossa pensabile esattamente al centro della cucuzza, facendoti rabbrividire fin nelle ossa, oppure anche solo una molecola di H2O potrebbe posizionarsi al centro delle lenti degli occhiali e darti fastidio per ore, fino a quando non sarai in un posto chiuso e tranquillo in cui la potrai togliere gentilmente con il fazzoletto, evitando così la ditata furiosa e bagnata che non ti farebbe vedere più un tubo proprio mentre stai camminando così precariamente. I cartelli stradali poi, sono la chicca migliore, perchè, è ovvio, il tuo ombrello, per quanto schifoso e distrutto possa essere, non riesce a passare tra il palo del segnale e il muro. Allora te già tre metri prima ti accorgi dell'ostacolo, fai un velocissimo e complicatissimo calcolo probabilistico, inserisci un pò di statistica, risolvi un paio di equazioni di fisica dinamica e stabilisci, con certezza, che il tuo ombrello passerà sicuramente in quello esiguo spazio. Arrivi dunque all'altezza del segnale stradale e muovi impercettibilmente il tuo microtetto portatile così da renderlo plastico, caso mai tu avessi sbagliato un logaritmo due metri prima, in fondo è difficile farli a mente. Ecco che tu continui spedita per la tua strada e due passi dopo ti accorgi che il tuo fido ombrello è rimasto però dall'altra parte. Torni indietro e superi con lo sguardo basso il segnale stradale, questa volta scendendo dal marciapiede. Qualcuno ti avrà visto? Perchè devo fare sempre queste figure di merda?!? Eppure secondo me ci passava! Ma perchè avevo cinque a matematica al liceo? Questa volta li avevo fatti giusti i calcoli!
D'altronde non tutti siamo dei geni, come ha brillantemente sottolineato un omino che ho incrontrato per strada, il quale non si è mosso nemmeno di un millimetro con quel suo ombrello gigantesco che si ritrovava. A quel punto son stata io che mi sono giostrata tra le pozze cercando di proseguire il mio cammino. Avrò avuto uno sguardo di fuoco, quasi sicuramente, e forse è per questo che come niente fosse mi ha detto gentilmente:
"Eh oh signorina, e piove".
Nooooooo! Ma davverooooo?!?!?!

Mi dispiace di avere un pò trascurato questa bestiola di blog, però ho dato tre esami in un mese, e il tempo è risultato stranamente scarso. Ne approfitto comunque per farvi gli auguri di Natale, per ora con questo mio post, e se mi è possibile passando a salutarvi nei vostri rispettivi blog.
E se per caso qualcuno si stesse ancora chiedendo cosa significa il titolo che ho messo, vi consiglio di scoprire Riccardo Marasco, autore anche della leggendaria Teresina.
Portate la gioia nella vostra famiglia. Oh oh oh!