lunedì 28 aprile 2008

Si conosce tanta nuova gente su internet

Eh sì, proprio tanta.
Qualche settimana fa mi ha aggiunto su msn un certo Jake. Ho accettato il nuovo contatto ma non l'ho considerato minimamente per un bel pò di giorni. E poi stamani apre la conversazione. Quindi mi son detta "vediamo un pò chi è..." e vien fuori che il piccolo Jake (lo chiamo così d'ora in avanti) è un tredicenne australiano che mi aveva trovato su tv.com e che mi aveva aggiunto perchè nel profilo ci avevo scritto che frequentavo l'università di medicina. E lui pensate un pò vuol fare il dottore a tutti i costi da grande! E quindi ha cominciato a parlare e parlare. A parte i primi minuti in cui non ci ho capito niente (gli ho dovuto chiedere di non usare così tante abbreviazioni perchè non sono proprio genio in inglese), si è rivelato un ragazzino molto simpatico e mi sono divertita un sacco!
E poi poco fa, mi arriva un'e-mail da una ragazza che rispondeva al precedente annuncio di lavoro. (Direi che si son trovate le due persone di cui avevano bisogno i miei). Questa ragazza non ho idea da dove sia saltata fuori, però è di Arezzo e magari la conosco pure. Fatto sta che non è di medicina. Quindi non bazzica nel forum di informatica e neanche in twitter (anche se non sono sicura). Però ha trovato lo stesso l'annuncio e mi ha mandato il curriculum vitae addirittura! La ringrazio vivamente!
Tra l'altro gli stranieri mi hanno assaltato su twitter!!! Non ho idea di chi siano però li ho accetati uguale...
E la nonna over settanta che non sapeva niente di computer e ora ogni tanto mi chiede di scrivere un' e-mail perchè le sto insegnando a usare la posta?!? E' comodo avere i parenti transoceanici...portano aria di tecnologia anche in via delle Panche!
Internet è un delirio! Che bello!

venerdì 25 aprile 2008

Traduttori dal francese (offerta di lavoro)

Come ho già accennato precedentemente, l'8 giugno si svolgerà la Festa del ricamo 2008. La maggior parte dei dettagli sono stati definiti e potete trovare descrizione dell'evento e informazioni qui. I miei stanno cercando di trovare un paio di persone che per l'intera giornata facciano da traduttori dal francese. Molti degli ospiti della Festa saranno infatti francesi. Dato che noi siamo più portati per l'inglese ma negati per il francese, e dato che sarebbe carino da parte nostra mettere gli ospiti nelle condizioni di poter parlare la loro lingua, SIAMO ALLA RICERCA DI TRADUTTORI DAL FRANCESE!!! Servono persone (due o tre) che abbiano un ampio vocabolario di francese, che sappiano parlare fluentemente, e che, soprattutto, riescano a capire quello che dicono i francesi (io stessa ho fatto diversi anni di francese a scuola ma tuttora non riesco a decifrarli quando parlano). Il sorriso e la gentilezza devono essere assicurati da parte vostra. L'intera giornata lavorativa sarà retribuita regolarmente. Il compenso è ancora da decidere. Verrà discusso direttamente con mio padre in caso qualcuno di voi rispondesse a questo annuncio. In tal caso vi saranno dati anche i dettagli e tutte le spiegazioni di cui necessitate. L'inconveniente, se così si può dire, è che la Festa del Ricamo si svolge in provincia di Arezzo. Se avete problemi di trasporto vi verremo a prendere alla stazione (vi paghiamo anche il biglietto del treno se occorre). Il pranzo e la cena sono assicurati, e anche un comodo letto per dormire l'8 sera (se per caso non abitate nella zona). Spero che ci sia qualche francese tra voi! Lasciate pure un commento al post o mandatemi un'e-mail all'indirizzo cate@casacenina.com

martedì 22 aprile 2008

I have a dream

Tornata dal seminario I have a dream, bevuto la mia dose di estathè, riposata un pò dopo una lunga giornata all'università.
Pomeriggio interessante. Mi verrebbe da dire una cosa un pò cattiva sui nostri attuali profs di biochimica, ma sorvolo per evitare che digrignino i denti assaporando di strozzarmi casomai passassero per questo blog (magari lascerò qualche allusione su twitter).
Pomeriggio interessante dicevo, grande affluenza (non solo per i CFU, e questo è molto bene), dottore/professore di tutto rispetto, partecipazione al dialogo, divertimento e numerose riflessioni.
Sinceramente non ho molto da aggiungere a proposito dell'argomento "insegnare", perchè ne ho già parlato più di una volta nei post precedenti. Mi è tornato molto utile aver letto Diario di scuola di Daniel Pennac, e dovrei anche dire La scuola raccontata al mio cane di Paola Mastrocola, perchè entrambi sono stati materiale aggiuntivo che mi ha permesso di avere una visione ancora più ampia del problema. Il punto centrale è sempre lo stesso: serve passione da parte dell'insegnante. La passione per la propria materia, la passione per i propri studenti, la passione per il sapere. E allora l'insegnamento diventa bello, utile, e gli studenti sono affascinati, contenti, bramosi. Come ha anche detto il professor De Bernard, non sempre il rapporto docente-discente porta i frutti sperati, e bisogna purtroppo dire (con un pò di tristezza nel cuore) che ne abbiamo esempi lampanti ogni santo giorno noi stessi studenti di Medicina del primo anno. Posso infatti raccontare la mia tipica mattina all'università:
1) tiro fuori il blocco degli appunti e guardo per circa cinque minuti nel vuoto (bisogna pur metabolizzare il brusco passaggio dal materasso alla seggiolina dell'aula);
2) generalmente prendo appunti per un tempo variabile tra i 10 e i 15 minuti;
3) tiriamo fuori dalla cartella il Metro del giorno un pò spiegazzato e facciamo le parole crociate di gruppo (a volte ci accaparriamo anche City e Leggo, tutto fa brodo per passare il tempo);
4) si parla del più e del meno per un pò cercando di mantenere un tono di voce consono per non fare troppo casino (non sempre ci si riesce);
5) vuoto;
6) ...
7) le opzioni a questo punto sono due: prendo un libro di testo e studio (è capitato raramente visto i mattoni di libri che ci ritroviamo), oppure mi metto a leggere un romanzo.
E la mattinata passa così. Senza dubbio aumento la mia cultura personale (nelle ultime due settimane ho letto ben tre libri), però le lezioni si dimostrano totalmente inutili e decisamente una perdita di tempo. Tempo che potrebbe benissimo essere utilizzato per dormire (è sempre un'attività molto gettonata), o appunto studiare quei tomi che devono essere saputi a memoria per gli esami.
Questa è la mia mattinata tipo: deprimente. Molti si comporteranno diversamente, e magari mi potete anche dire che sono io che non ho voglia di far niente. Non è vero. Semplicemente non ho motivi validi per seguire le lezioni. Non c'entrano affatto gli argomenti trattati o la voglia. E' l'insegnante. Decisamente l'insegnante. "Gli", usiamo il plurale. I miei minuti iniziali di appunti ce li ho, quindi per lo meno l'impegno di partecipare alla lezione ce lo metto. Però poi svanisce nel vortice della noia totale. La passione di cui ho parlato finora dov'è? Scomparsa, o forse mai esistita. Allora magari mi viene il dubbio che sono io a pretendere troppo, che devo un pò abbassare le aspettative. Niente affatto! E la prova è che ci sono alcuni professori che invece mi fanno andare all'università proprio di gusto. Pochissimi eh, intendiamoci, però ci sono. E allora sì che prendo appunti anche per due ore filate, allora sì che mi interesso e mi appassiono e imparo. E meno male che qualcuno risolleva lo spirito e non mi fa pensare che sono solo una pigrona sfaticata!
Come migliorare la situazione? Da parte mia quei 15 minuti di tentato impegno giornaliero ci sono. E' dall'altra parte che non si riceve niente come risposta. O meglio, io non ricevo niente. Ci sono colleghi che vedo hanno perennemente la testa china e la penna in frenetico movimento. Faccio a questi colleghi i miei più sinceri complimenti, senza ipocrisia, perchè io non ci riesco, anche se mi piacerebbe. Ho bisogno di un pò di mordente. Mea culpa.
Comunque oggi, dopo il seminario, mentre tornavo a casa, mi è venuta in mente una cosa: sicuramente i professori si accorgono se gli studenti non seguono (non importa neanche vedere che sono distratti, basta solo sentire gli sbuffi per tutta l'aula), e sicuramente non si sono dimenticati di quando anche loro erano studenti (anche perchè sennò avrebbero rimosso lunghi anni della loro vita vista la durata del corso di laurea in Medicina e Chirurgia). E quindi: è mai possibile che non abbiano neanche una briciola di autostima da dire "vediamo se stamani per una volta tanto smetto di parlare ai muri" oppure un pizzico di buon senso del tipo "non voglio essere come quel professore che odiavo quando andavo a scuola, cerchiamo di migliorare"?
Sono troppo cattiva?

lunedì 21 aprile 2008

Post post post...

Ok, sto cominciando a prenderci la mano con questi post. Sinceramente all'inizio del blog non sapevo bene come avrei fatto a scrivere. Scrivere che? Avevo il vuoto. E poi non ho mai neanche tenuto un diario (ne ho iniziati un paio ma dopo due giorni erano già destinati a rimanere bianchi per l'eternità). E invece ora miglioro... Ci prendo anche gusto.
Per il blog di tv.com (eh sì ho ben due blog!) è stato diverso perchè c'è un tema comune a tutti gli iscritti e quindi si sa sempre di che parlare, e poi si conosce così tanta gente che è inevitabile scrivere, anche solo per la curiosità di sapere qualcosa degli altri. Inoltre, essendo in inglese, lo aggiorno proprio volentieri perchè così mi mantengo in forma con la lingua. Tra l'altro oggi ho scovato un nuovo italiano! E saliamo a 6 anime! Non male.

domenica 20 aprile 2008

Aspettando il ritorno di House...


ATTENZIONE!!! SPOILER!!! Se qualcuno non segue le puntate direttamente in lingua inglese e non si vuole rovinare la sorpresa non legga!

Allora allooooora... Ieri sono andata un pò in giro in cerca di spoiler. Per prima cosa devo dire che come fissata di telefilm io me li guardo direttamente in lingua prendendoli dal web (un caloroso ringraziamento agli Italian Subs Addicted che preparano i sottotitoli). E insomma, a causa del benedetto sciopero degli sceneggiatori, la gran parte dei telefilm ha subito una brusca interruzione per mesi e mesi. Solo adesso a fine aprile ricominciano per altri quattro o cinque episodi. Era quindi un pò che non mi occupavo più del caro Greg House, ma dato che mi ricordavo che il nuovo episodio sarebbe andato in onda in questi giorni, ieri mi sono un pò informata.. E quindi.. IL 28 C'E' IL NUOVO EPISODIO!!! Finalmente! Ne fanno altri quattro, di cui gli ultimi due sono un'unica puntata divisa in due parti. Chiaramente si prospetta tutto mooolto interessante e succulento, come sono di solito le puntate di House. La season finale poi: il povero House si trova coinvolto in un incidente d'autobus (riverso lì a terra privo di sensi mi ha fatto un pò pena, l'ho visto nel promo) e perde parte della memoria. Mi sa faranno una puntata un pò onirica come la season finale della seconda serie e questa volta l'inconscio, invece del pazzo che gli aveva sparato sarà rappresentato da una tizia vestita di nero.. Mah.. Vedremo vedremo.. I titoli comunque fanno il panico (la 4x15 House's head e la 4x16 Wilson's heart). L'importante è che ritorna!!! Per un'ora la settimana rimanderò lo studio di anatomia. Mi sacrificherò!

sabato 19 aprile 2008

Guarita


Sì sto decisamente molto meglio. Ho passato una settimana un pò del cavolo, per lo più a letto a lamentarmi che non stavo bene. Ero anche andata a Firenze ma poi ho fatto marcia indietro dopo due giorni e son tornata a casa. Viaggi in treno sprecati non c'è che dire.
Comunque, stamani mi son divertita un sacco. Ho fatto un lavoretto per i miei, niente di che, però ho fatto certe risate! I miei genitori hanno questo sito internet dove vendono punto croce, schemi kit, fili, perline etc etc (Casa Cenina). L'8 giugno ci sarà una Festa del Ricamo, dove sarà possibile per le ricamatrici conoscere alcuni disegnatori. L'avevamo già fatta l'anno scorso e fu un successone, quindi la rifacciamo anche quest'anno. Ancora non è stato scritto niente di ufficiale sul sito perchè si stanno definendo alcuni dettagli. Però il babbo mi ha incaricato di spargere la voce nei blogs delle ricamatrici. E così l'ho fatto: mi son divertita un sacco ad immedesimarmi nella ricamatrice tipo e a scrivere con la giusta intonazione e le giuste parole. Non ho mai preso un ago in mano in vita mia e quindi all'inizio non sapevo bene che scrivere, ma poi mi sono lasciata andare e son venuti fuori commenti strepitosi.
Ormai quindi lo dico anche a voi: 8 giugno Festa del Ricamo (metterò più in là i dettagli). Così se qualcuno è appassionato di ricamo e punto croce o ha qualche amico o parente interessato potrà spargere la voce.

mercoledì 9 aprile 2008

Nati tra il 1980 e il 1990

Sarà arrivata a tutti immagino questa catena..però mi ha fatto veramente sorridere, in particolare alcune parti!

Dedicato a chi c'era...

Noi che...
non ci facevamo mai mancare 'dire fare baciare lettera testamento'.

Noi che...
quando giocavamo col Lego facevamo anche castelli alti 6 piani che nn si smontavano mai.

Noi che...
chi andava in bici senza mani era il più figo.

Noi che...
anche quelli che impennavano però non se la tiravano poco.

Noi che...
facevamo a gara a chi masticava più big babol contemporaneamente.

Noi che...
dopo la prima partita c'era la rivincita, e poi la bella, e poi la bella della bella.

Noi che...
giocavamo a 'Indovina Chi?' anche se conoscevi tutti i personaggi a memoria.

Noi che...
con 100 lire ti prendevi una cicca con 500 un pacchetto di figurine dei calciatori.

Noi che...
le cassette della Disney le abbiamo viste così tante volte che ora a distanza di anni sappiamo ancora cosa cantavano Robin Hood e Little John.

Noi che...
in TV guardavamo solo i cartoni animati (e abbiamo avuto la fortuna di vedere la prima serie dei power rangers..l'unica seria!!)

Noi che...
avevamo i cartoni animati belli!!! ma davvero!! quelli di adesso sono così tristi..(come i bambini che hanno solo quelli da guardare, purtroppo..)

Noi che...
litigavamo su chi fosse più forte tra le tartarughe ninja.

Noi che...
cercavamo di far sorridere i sofficini ma si rompevano sempre in 2.

Noi che...
si andava in cabina alla fine della scuola per prendere le schede finite.

Noi che...
giocavamo a calcio durante l'intervallo con..qualsiasi cosa!

Noi che...
suonavamo ai campanelli e poi scappavamo.

Noi che...
a scuola andavamo con cartelle da 2 quintali e senza rotelle.

Noi che...
quando a scuola c'era l'ora di ginnastica partivamo da casa in tuta e con le scarpette nello zaino.

Noi che...
la merenda a scuola te la portavi da casa.

Noi che...
però sapevamo che erano le 4 perché stava per iniziare BIM BUM BAM.

Noi che giocavamo a forza 4

Noi che ci mancavano sempre quattro figurine per finire l'album Panini

Noi che ci divertivamo anche facendo 1,2,3,stella!

Noi che giocavamo a "Merda" con le carte

Noi che le cassette se le mangiava il mangianastri e ci toccava riavvolgere il nastro con la bic

Noi che "Sì ma Julian Ross se solo non fosse malato di cuore sarebbe più forte di Holly e Mark Lenders"

Noi che le barzellette erano Pierino, il Fantasmaformaggino o un francese, un tedesco e un italiano...

Noi che tiravamo le manine appiccicose delle patatine sui capelli delle femmine e sui muri

Noi che...
ci manca quel
periodo


Ma che fortuna esserci stati...

Discussione sulla scuola

Molto discusso l'argomento della scuola in questo periodo. Caspita! Gli amici di tv.com hanno tirato fuori un bel topic sul forum, School and what you hate about it
Problema discusso in tutto il mondo insomma..le opinioni di oltre oceano sono molto interessanti, soprattutto perchè non molto diverse dalle nostre. Stessa noia, stessa solfa.. Tutto il mondo è paese insomma!

martedì 8 aprile 2008

Diario di scuola e seminario I care

Diario di scuola, libro molto carino, divertente e riflessivo. Nonostante non sia una fan del Signor Malaussène, adoro i saggi di Pennac (Come un romanzo è tutt'oggi uno dei miei libri preferiti). Questa mia lettura è capitata proprio a fagiolo, come si suol dire, visti i vari argomenti affrontati nel corso di informatica, e ho infatti poi notato che è anche segnalato ne “I miei libri” del prof (coincidenza puramente casuale, lo giuro!).

Diario di scuola è uno pseudo monologo in cui l'autore si concentra sui “somari” scandagliando e analizzando l'istituzione scolastica, senza tralasciare gli argomenti annessi quali famiglia e società. Pennac ci fa fare un viaggio nella sua infanzia di alunno somaro, passando poi alla sua carriera di insegnante e romanziere; con simpatia tira fuori problemi molto discussi riguardo i professori e la scuola, i giovani d'oggi e la loro istruzione.

Cosa c'entra con il corso di informatica? Innanzi tutto il già discusso valore del contesto, nel libro lo svisceramento del “ci” e del “questo” che definiscono la materia, l'ora di lezione, la persona, l'essere in un determinato momento e luogo. Il tutto è magari visto da un'angolatura diversa, ma il succo è lo stesso: se non c'è determinazione delle cose (inteso come contesto appunto), non ci può essere apprendimento, né crescita o conoscenza. Si passa poi al confronto diretto tra studente e professore, indispensabile, senza il quale non si può tramandare il sapere o costruire cultura, fino ad arrivare alla partecipazione, spinta dal puro “desiderio stesso del sapere”, che approda nella concretezza di un'azione, nell'impegno di voler esserci e far bene. Troviamo quindi il professor Pennac costantemente impegnato nel conoscere e aiutare i propri alunni, personalmente e individualmente, coinvolgendo, scherzando a volte e insegnando al meglio con la forza della passione. Dall'altra parte si può dire che c'è il forum degli studenti di medicina, twitter, i vari documenti condivisi, e anche il seminario, metodi moderni (che si possono sicuramente migliorare ma che per ora sono molto incoraggianti) che tentano di insinuarsi nell'insegnamento “classico”; dal mio punto di vista sono quel coinvolgimento e voglia di fare e sapere che uno si aspetta dall'università, luogo che dovrebbe essere l'apice della conoscenza e l'eccellenza dell'insegnamento. Dico dovrebbe perchè fra i professori che si sono conosciuti in questi primi mesi, sono stati veramente pochi (avanza una mano per contarli) quelli che in qualche modo rispecchiano e incarnano l'idea nobile di università (chiaramente è un modesto parere personale). C'è stato poi questo seminario, definito amichevolmente “gag d'informatica”, che ha smosso un po' le acque, ci ha fatto divertire e riflettere, senza farci addormentare o angosciare: è quella voglia di fare di cui parlavo, è partecipazione culturale concreta e tangibile. Il dire forte e chiaro “Ci sono” va oltre il somaro di Pennac, e va oltre la scuola, si insinua nella vita di tutti i giorni, nelle azioni che rendono il mondo migliore, plasma quei medici che verranno e che mi auguro faranno di tutto per dare un sonoro calcio a quel piedistallo che tanto odio e che mi ha fatto saltare di proposito le lezioni di biologia! Tutto ciò, è vero, riassumibile nel semplice “I care”. Onore e tanto di cappello ai ragazzi di “M'illumino d'immenso”, ed anche un doveroso inchino ad Arf per la pensata.

mercoledì 2 aprile 2008

Cartoni animati

Ieri sera dalla Simona si doveva guardare un film, e invece abbiamo fatto un tuffo nel passato: i cartoni animati dell'infanzia! Che nostalgia... Abbiamo riascoltato le sigle e rivisto i momenti leggendari su YouTube. Ma quanti cartoni si guardava da piccoli?!? Un'infinità: Holly e Benji, Piccoli problemi di cuore, Lady Oscar, Terry e Maggie, E' quasi magia Johnny, Mila e Shiro, Papà Gambalunga, Ti voglio bene Denver, Rossana, Sailor moon, Magica Emi, Gemelli nel segno del destino, Pollon, Babar, Il mistero della pietra azzurra, Calimero, Memole, I cavalieri dello zodiaco, L'ispettore Gadget...e la lista potrebbe continuare ancora a lungo! Ci ricordavamo tutte le canzoni, anche le parole!! Che momenti! Il mio preferito in assoluto è Holly e Benji, e poi Piccoli problemi di cuore, e Rossana. Quanto ci siamo divertiti ieri sera!

martedì 1 aprile 2008

Il valore del contesto

Ho provato a sentire cosa ne pensano dell'argomento gli amici di tv.com e ho quindi messo un nuovo post nel blog. Non so cosa ne può venire fuori... Comunque qui ci sono i commenti (serve un piccolo sforzo di traduzione).

Personalmente...

Di solito gli argomenti a scuola vengono presentati in quest'ordine:

1) cose da imparare a memoria che sono così punto e basta (la vita di un poeta, la definizione di logaritmo);

2) regola generale che spiega i singoli casi o viceversa, a seconda che il professore preferisca il metodo deduttivo o induttivo (poesia – corrente letteraria, operazioni tra logaritmi – equazioni e curve logaritmiche);

3) considerazioni varie (nel compito ci metto questo questo e questo).

O si cambia radicalmente il modus operandi degli insegnanti, o ci si aggrappa alle sfumature che ognuno di loro “dovrebbe” riuscire a dare alla propria materia: la passione, la voglia di conoscere e far conoscere, la capacità di attirare l'attenzione di una classe composta da un insieme variopinto di individui, l'impegno di far piacere la letteratura a chi non ha mai letto un libro o la matematica a chi non ha mai imparato le tabelline. Sono solo belle parole chiaramente. Gli insegnanti italiani (escluse poche eccezioni) non sono così. Sono stati proposti metodi e metodi per colmare queste carenze della scuola, ma serve solo la volontà di individui che credono in quello che fanno. Triste da dire, ma è una condizione più unica che rara. Ho avuto la fortuna di avere come profs un paio di quelle eccezioni...la scuola diventa veramente un'altra cosa.