Memorie di Adriano, scritto da Marguerite Yourcenar, è uno dei capolavori del ventesimo secolo. Poesia, storia e filosofia si mescolano sapientemente nel racconto della vita di uno dei grandi dell'antico impero romano, Adriano, imperatore saggio e pacifico, amante dei viaggi e della vita, adoratore dell'amore e della cultura. Adriano si racconta, descrive la sua storia piena di felicità e dolori, riflessioni e passioni, lasciando i suoi pensieri al successore, Marco Aurelio.
Scritto in prima persona, Yourcenar si immedesima così bene nella figura di Adriano che non sapendo in anticipo chi sia effettivamente l'autore del libro, si potrebbe quasi affermare di star leggendo una traduzione diretta dal latino delle memorie messe nero su bianco proprio dall'imperatore prima della sua morte. La costruzione del periodo, le parole scelte, mai casualmente, rispecchiano a pieno gli standard di scrittura latina, e affascina la capacità con cui la grande scrittrice ha saputo usare così naturalmente la lingua morta tradotta in moderna.
Ciò di cui si racconta è senza tempo, dall'amore alla politica, dal viaggio per questo mondo variopinto e pieno di sorprese al viaggio della vita, mutevole, ingannevole, insostituibile.
Memorie di Adriano è uno di quei libri che è necessario leggere più di una volta, a distanza di dieci o quindici anni, perchè racchiude tra le sue righe le verità della giovinezza e della vecchiaia. A ogni lettura parole nuove e nuovi orizzonti appariranno al lettore, dischiudendo l'eternità di un libro che ha aspettato la vita intera della Yourcenar prima di essere scritto.
Piccola anima smarrita e soave, compagna e ospite del corpo, ora t'appresti a scendere in luoghi incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti. Un istante ancora, guardiamo insieme le rive familiari, le cose che certamente non vedremo mai più... Cerchiamo d'entrare nella morte a occhi aperti...