giovedì 19 gennaio 2012

S.P.Q.R.

La voglia di lavorare dei romani è inversamente proporzionale alla bellezza di Roma.
Oggi ho fatto tre volte il giro della capitale per le varie analisi e visite mediche per il visto australiano: sono devastata, ma la città eterna è proprio bella!
I nostri meravigliosi tesori messi qui, lì, ovunque, solo per farsi ammirare e farti star bene.
A tutto ciò si aggiunge l'ilarità dei romani. I gladiatori che prendono il caffè al bar della metropolitana, gli avvocati che già alle 11.45 sono in pausa pranzo.. o forse sono ancora in pausa caffè dalle 10. Le ragazzine stile Moccia che trovi sull'autobus all'uscita da scuola ti sconvolgono, perchè non ci vuoi credere che Moccia sia effettivamente un genio e abbia saputo cogliere così bene la realtà. Mah, ancora non mi capacito.
Il radiologo chiaramente (da italianissimo qual è), conosce per quindicesime persone il capitano De Falco: "Er capitano è 'l marito de' 'n'amica della cugina de' mi' moje. Quando quell'imbecille gn' ha detto ch'era buio, 'o voleva ammazzà! L'handicappati ce stanno 'n tutte l'aziende, mortacci sua!".
Che gente i romani! Testa alta, fiera. Abbronzata anche il 19 gennaio. Quella città è lì da millenni, e per viverci bisogna avere il carattere giusto, arrogante, da parcheggio selvaggio: la quadrupla fila è meglio della tripla. Gente allegra, rumorosa, da buon bicchiere di vino rosso. Credo sia istinto naturale in quanto essere umano, lasciarsi andare allo spirito imperiale dopo giusto quei cinque secondi di scocciatura per il loro orgoglioso e secolare menefreghismo.
Roma capitale, faccio un po' il cazzo che mi pare.

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